Domenica 12 febbraio si è tenuto l’annuale pranzo sociale della Tribù Frentana. Per la nostra società è ormai un evento immancabile, in cui si ha l’occasione di fare un bilancio dell’anno podistico appena chiuso e di fissare gli obiettivi principali del nuovo anno appena iniziato.

Presenti ben 86 commensali, fra atleti ed accompagnatori, tutti pieni di entusiasmo per le tante sorprese che il nostro Presidente Massimo Nasuti ci riserva ogni anno. Dopo i saluti e i ringraziamenti di rito, si dà il via alla maratona culinaria con le portate intervallate dalle premiazioni della classifica sociale. Quest’anno per la terza volta consecutiva si aggiudica il trofeo il grandissimo Peppe Tesone, trofeo che da regolamento stavolta rimarrà stabilmente nelle sue mani. I numeri di questo ragazzo M55 sono da brivido: nel 2016 ha partecipato a ben 81 gare, percorso circa 1120 km (solo in gara), chiuso 6 maratone. Ma il vero valore di Peppe va oltre i chilometri e le medaglie, e si esprime nel suo appassionato attaccamento ai colori sociali, nel suo dedicarsi senza riserve alla perfetta riuscita della gara di Piane d’Archi, nel suo commuoversi stringendo in mano quella coppa. A lui i complimenti di tutta la Tribù e di tanti colleghi runners di altre società. Sappiamo bene che la classifica sociale ha un significato puramente simbolico, a tratti goliardico; per questo motivo i premi scelti non hanno mai un importante valore economico e da regolamento vengono distribuiti fra tutti gli iscritti. E nonostante ciò, ogni anno assistiamo ad una bellissima competizione per l’aggiudicazione del trofeo, senza mai dimenticare la voglia di divertirci e stare insieme.

Il pranzo prosegue con l’esibizione di una ballerina di danze orientali, con una sfilata con le divise sociali e con la presentazione delle trasferte 2017. La meta nazionale prescelta è Brescia, invece in autunno la Tribù si sposterà in Spagna per la Maratona di Valencia.

Il pranzo si chiude con il taglio della torta e con la promessa di ritrovarci fra un anno per il decennale della nostra società. 10 anni sono tanti se proviamo a guardare indietro, ma al tempo stesso appaiono pochi se proiettiamo la mente avanti: tante gare, tanti chilometri da percorrere, tanta sudore da tirare fuori. Perché questo sport non è un passatempo, a volte è anche sacrificio, rinuncia e fatica. E’ come scalare una vetta: più si sale più si fatica, più si va lontano maggiore è lo sforzo, non ci si può voltare indietro, ma occorre puntare sempre lo sguardo verso la meta, perché una volta lassù le gambe faranno male, il fiato mancherà ma la vista sarà pazzesca! E allora: indossiamo le scarpette e via, l’anno podistico 2017 della Tribù è appena iniziato.