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E si, la città eterna, la capitale mondiale di arte e cultura, la culla del cristianesimo, il centro del più grande impero dell’antichità… Roma è questo e tanto altro, ma per noi italiani resta semplicemente “tanto, tanto bella”.

E poter ammirare tanta bellezza attraversando la città per 42 km di corsa è un privilegio impagabile. Queste e tante altre emozioni hanno accompagnato sei atleti Tribù che domenica 2 aprile hanno partecipato alla 23esima edizione della Maratona di Roma. Per qualcuno è la prima volta, per altri un gradito ritorno, ma la magia che si respira in questa competizione la sentono tutti, veterani ed esordienti.

La partenza dai Fori Imperiali, con gli atleti sovrastati dal Colosseo e stretti nelle gabbie come cavalli imbizzarriti pronti ad assaltare truppe nemiche, sembra portare alla memoria pagine di storia lontane nel tempo. Fortunatamente qui non ci sono nemici da combattere, né territori da conquistare o difendere: qui ci sono 16.000 atleti, ognuno con la propria storia, le proprie aspettative, le proprie possibilità. Tutti diversi nelle singole capacità, tutti uniti da un unico grande obiettivo: farcela a tutti i costi!

Nove in punto, mano sui gps, piedi in impercettibile movimento perpetuo, battiti che aumentano, pioggia implacabile. E via: il colpo di pistola sembra giunga sempre inatteso, ma diventa una vera e propria liberazione da quell’ansia da partenza che prima dello start sembra aumentare in un crescendo rossiniano. Piccola discesa in partenza, curva a sinistra, difficoltà a trovare spazio e poi via finalmente in strade ampie e scorrevoli. Ora ognuno dovrà pensare per sè, al massimo tenendo un occhio al pacemaker di riferimento. Si attraversa la città più bella del mondo, sfiorando ben 500 siti archeologici, e tornando infine al luogo di partenza, stavolta con lo sguardo proiettato verso il Colosseo.

Luca Carbonelli, con la mente rivolta già alla sua amata 100 km, onora Roma pienamente: ennesima prova sotto le tre ore per lui, trentesima maratona in carriera, ottime sensazioni.

Fabrizio Sottilini: affronta Roma per la quarta volta e aggiunge 5 minuti al suo best time segnato qui esattamente un anno fa. Un tempo finale di 3h08’ davvero invidiabile.

Luigi Di Paolo: lui si’ che fa il colpo, Luigi ci spiazza tutti. Tre maratone nel suo palmarès, sempre in miglioramento, e stavolta toglie addirittura otto minuti al personale fatto a Terni meno di due mesi fa. Tanta ammirazione per lui, perché questi risultati possono essere solo il frutto di duri allenamenti. Grande Luigi!

E poi Lei, la nostra Elide, unica donna Tribù a Roma, che taglia il traguardo come 63esima assoluta e 9a di categoria. 3h 25’ il tempo finale per la sua trentesima maratona, un traguardo davvero mirabile vista la sua giovane età.

Dulcis in fundo: Alessio D’Orsogna e Iannone Pasquale. Alessio sembra avere nel sangue l’amore per le lunghe distanze, ormai sono sedici volte che chiude una 42 km, e stavolta lo fa con uno dei suoi migliori tempi.

E infine, lasciateci chiudere con lui, Pasquale. Questo giovanotto in 5 anni ha affrontato ben 20 Maratone, a Roma c’è stato per quattro volte, ha in carriera anche un’ultra. Ma a lui tutto ciò non bastava. Il nostro giovanotto quest’anno ha deciso di regalarci un 4h13’00’’! Grandioso Pasquale: non per il risultato in sé ma per tutto quello che c’è dietro. Chi lo conosce sa che per lui i tempi strappati al lavoro e alla famiglia per gli allenamenti sono ridotti al minimo essenziale, per cui il suo successo è il risultato di tanti fattori, primo fra tutti la convinzione. Caro Pasquale, il tuo risultato sarà uno sprone per tutti noi, e soprattutto per chi, per i più svariati motivi, si è dovuto temporaneamente allontanare da questo meraviglioso mondo della corsa. Non è mai troppo tardi per riprovare: tu ci hai dimostrato che credere fino in fondo in un obiettivo è il primo passo verso il suo raggiungimento.

 

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