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associazione podistica

Paura, tensione, adrenalina. Con queste sensazioni i nostri atleti hanno affrontato lo scorso finesettimana una Maratona fra le più importanti sul piano internazionale. Quest’anno poi la gara era intrisa di un significato ulteriore, in quanto “Jubilee Edition”.

I ragazzi della Tribù hanno affrontato la preparazione a questo evento con divertimento ed ironia; ma è inutile nascondere l’agitazione di chi ha dedicato i lunghi mesi invernali a duri allenamenti e gare finalizzati a trovare la giusta forma in vista di questo appuntamento unico. Qualcuno purtroppo ha dovuto rinunciare per motivi di salute; il rimpianto è grande, ma non bisogna mai perdere di vista che cuore e gambe necessitano sempre di essere accompagnati dalla giusta razionalità: se la vostra ragione vi ha sconsigliato fino all’ultimo di intraprendere questa scalata, vuol dire che non era il momento giusto. Quando questo momento arriverà lo sentirete, e la vostra vittoria sarà ancora più bella.

All’alba di domenica 13 atleti Tribù si posizionano nelle griglie assegnate; chi ha provato la sensazione dell’ingresso nei box sa che lì dentro iniziano ad aumentare i battiti. Via dei Fori Imperiali a fare da scenario, speaker che incitano, musica di sottofondo: i 16000 atleti sembrano evocare una fanteria pronta all’attacco. C’è qualche purosangue imbizzarrito che si sfila dalla prima onda per sgranchire le gambe: è Luca Carbonelli ripreso dalle telecamere internazionali a scaldarsi insieme ai top runner keniani. E in questo “scalpitìo” di gambe ecco a sorpresa il colpo di pistola e via su un percorso mozzafiato: dai Fori al Lungotevere, Via della Conciliazione, Piazza Navona, Via del Corso, Piazza del Popolo, e infine Piazza di Spagna, Piazza Venezia e arrivo con lo sguardo al Colosseo.

Al termine della gara tutti gli atleti Tribù taglieranno il traguardo da vincitori; indossare quella medaglia alla fine di 42 km e poco più, dopo 3,4,5 ore di impegno atletico ripaga di ogni sofferenza. I nostri ragazzi sono stati grandiosi: chi ha realizzato il proprio obiettivo, chi ha dovuto accettare di ridimensionarlo, chi, partito senza alcuna pretesa, ha voluto solo onorare una gara arrivando in ogni modo al finish. E per questo è giusto citarli ad uno ad uno, affinchè il ricordo di questa esperienza unica li accompagni per tutta la vita.

Luca Carbonelli: che fosse un atleta di altissimo livello lo sapevamo tutti, ma chiudere la quindicesima maratona consecutiva sotto le 3 ore, tenere un ritmo di 4’10”/Km su un percorso non certo fra i più scorrevoli, stringere i denti per dimenticare fastidi e acciacchi che purtroppo decidono di non andare via, sono aspetti che danno un valore ulteriore alla prestazione. Lui ha fatto della corsa una vera costante di vita ed è per questo che alla 31esima maratona sente ancora le emozioni della prima volta.

Fabrizio Sottilini: per appena 3 minuti non scende sotto le 3 ore e comunque toglie ben 20 minuti al suo personale romano del 2015. Basterebbe questo a far capire di che pasta è fatto questo ragazzo. Ha un potenziale incredibile e lui lo gestisce con semplicità e naturalezza. Non cambiare mai: continua su questa strada e oltre ad ottenere tanti successi sarai un bellissimo esempio sportivo per tanti.

Elide Del Sindaco: un 3h31’’ finale che purtroppo lei vive con delusione. Ma noi non riusciamo a vedere così la sua gara. Sappiamo bene che Elide è in grado di togliere un bel pugno di minuti a questo tempo, ma la Maratona non dà certezze a nessuno; un piccolo malore, una sensazione di non perfetto benessere possono far saltare i programmi. Ma è qui che si vede il vero atleta: l’obiettivo cambia, e diventa chiudere la gara nel miglior modo possibile. Elide avrà modo di rifarsi altre mille volte, ma queste esperienze sono in grado di lasciare insegnamenti preziosi che torneranno utili in futuro.

Maurizio Di Campli: dopo 10 anni dalla sua prima Maratona a Venezia, Maurizio ripete praticamente lo stesso tempo. Arriva in grande forma a questa sua prima 42Km con i colori della Tribù e il risultato finale lo premia.

Monica Mucci: ad una anno dal suo tesseramento con la Tribù questa ragazza chiude la Roma Marathon in 3h57’. La sua è una gara perfetta, ma soprattutto lo è stata la sua preparazione. Non si è mai fatta prendere dalla tentazione di anticipare l’esordio sui 42 Km; un programma fatto di mezze maratone, percorsi di potenziamento e lunghi. Stringerà la sua medaglia al cuore con gli occhi lucidi e un gran sorriso, senza nessuno stravolgimento fisico: bravissima! Questo è il modo migliore di gestire una maratona. E sei solo alla prima…..

Giuseppe Tunnera e Nicola Recchia: stesso tempo finale per loro (4h18’’); forse speravano in qualcosa di più ma hanno sofferto caldo e ristori, e, si sa, in Maratona ogni passaggio ha il suo peso. Ma Giuseppe è al suo esordio su questa distanza e deve essere tanto soddisfatto di averla chiusa; Nicola è appena alla sua seconda esperienza. Le vostre prestazioni in tutte le gare Tribù dicono che avete ampissimi margini di miglioramento: non pensate a quel che poteva essere, godetevi questa medaglia, l’avete meritata tutta.

Maurizio Fontana: anche per lui esordio e grande tensione alla partenza. La prima volta è un salto nel buio, sai che potrebbero andare storte tante cose. Ma Maurizio fa della sua giovialità un’arma: col sorriso sulle labbra anche quando le gambe diventano pezzi di legno, prosegue verso l’agognato traguardo. E’ incredulo, ma ha già l’acquolina in bocca per la prossima 42km.

Alessio D’Orsogna e Pasquale Iannone: superano di poco le 5 ore; entrambi atleti esperti, che affrontano con passione una gara già fatta diverse volte. Non resistono neanche stavolta al fascino di Roma e la onorano con tanta tenacia. Orgogliosi di voi.

Luca Tiberio e Simone Gizzarelli: Partono consci di una preparazione non idonea; non manca certo l’entusiasmo a loro, ma i chilometri nelle gambe si. Con estrema coscienza danno quel che possono ma neanche per un secondo pensano di mollare; fra crampi e pause impreviste per bisogni fisiologici il traguardo sarà loro.

Claudio Di Paolo: fa una gara “saggia”, sa dove poter arrivare e non osa. Avere ben 14 maratone alle spalle conta di certo, e anziché tentare imprese al momento non alla sua portata, decide di onorare la gara romana a lui tanto cara con un discreto 4h41’’. Claudio dimostra di essere un duro, e ora purtroppo la vita gli ha riservato una prova ancor più difficile: stringiti ai tuoi affetti, Cla, e porta nel cuore il ricordo di chi ti ha insegnato a lottare ogni giorno. Quel ricordo non te lo toglierà mai nessuno e tutti saremo con te per sostenerti ad ogni passo.

 

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