“Boston – 18 aprile 2016 – Massimo Nasuti - Km 42 - Time 3h38’47’’.
Questa scritta lampeggia sulla app ufficiale della Boston Marathon sotto il pettorale n. 8099 indossato dal nostro Presidente; sono le 20.06 ora italiana del 18 aprile 2016.
Un risultato per tanti versi inaspettato ma da tanti sperato; anzi, a dirla tutta, gli atleti della Tribù ci hanno creduto fin dall’inizio ben più di Massimo. Il suo essere persona razionale lo portava a fare conti precisi con il suo stato fisico, con dolori dell’ultim’ora e con un allenamento concentrato in appena due mesi, avendo alle spalle un anno difficile in cui più volte si è visto costretto allo stop (mai in gara, precisiamolo: al massimo ha rallentato un po’….). Atleta con un personale da brividi sui 42 km ottenuto quando aveva poco più di 30 anni (2h48’40’’), sa che nello sport non si possono replicare le performances ottenute 20 anni prima, ma sa benissimo che in ogni fase della vita l’atleta, come in generale l’uomo, può e deve cercare obiettivi diversi e stimoli nuovi.
Lo dimostra il fatto che nel 2014 decide di affrontare e concludere l’impresa della 100 km, nel 2015 prosegue cimentandosi con i lunghi arrivando a ben 41 maratone, e nel 2016 si iscrive alla Maratona più antica del mondo. Con mente lucida non si mette mai fretta, lascia che il suo infortunio guarisca con i tempi che la natura e la medicina richiedono; è un rischio: Boston non aspetta, il viaggio è prenotato e il pettorale assegnato già da mesi. E lui sempre pacato, dona consigli ai nuovi iscritti, allena gli esordienti della maratona, gestisce e tiene unita una società di un centinaio di atleti. Finchè appena 60 gg prima del grande appuntamento decide di mettere seriamente chilometri nelle gambe; ed ecco perché alla domanda di tanti di quali fossero le sue aspettative lui risponde sempre, senza falsa modestia: “Vorrei stare nelle 4 ore… Non sto nascondendomi dietro alcuna tattica, semplicemente il mio stato fisico e la mia preparazione danno questo risultato”. Discorso ineccepibile, visto che lo sappiamo tutti che la Maratona non si lascia raggirare: non puoi partire con un ritmo che non ti è proprio sperando in magie dell’ultim’ora. Ma c’è un fattore che nessuna tabella di allenamento e nessun medico può quantificare: l’emozione che ogni singola gara può scatenare e la reazione dell’atleta a questi sentimenti. Un’emozione che riusciamo a vivere a migliaia di chilometri un po’ tutti grazie alle nuove tecnologie; così in real time riusciamo ad avere i passaggi di Massimo ogni 5 km. E ci rendiamo conto fin dal km10 che sta andando bene; i tempi sono coerenti, qualche manciata di secondi in più in alcune frazioni centrali, che poi capiremo essere dovute ad un percorso piuttosto collinare della maratona americana. Il passaggio alla mezza ci dà una proiezione sotto le 3h45’, ma sappiamo tutti che la vera gara inizia fra una decina di km; così il passaggio del km 30 e ancor più quello del km 35, dirimono ogni dubbio: il Presidente sta bene, le gambe girano e procede spedito. E gli ultimi 4-5 km fa ancora meglio, alza il ritmo, ha ancora da dare questo ragazzo, le sue falcate si allungano, è leggero, la volata sull’asfalto si sente…. Go Go Go! Go Massimo, Go Italia! …. E finalmente il cronometro si ferma: 3h38’47’’!!! Un risultato fantastico che il Presidente ci ha regalato. Un orgoglio per noi tutti. Siamo certi sarà un esempio per chiunque: la sua caparbietà, la sua passione, ma anche la sua lucidità lo porteranno verso altre mete. Come dimostra la sua partecipazione a ben due gare appena rientrato in Abruzzo: Vasto, 23 aprile, Correre per Vivere e Atessa, 25 aprile, 39a Podistica delle contrade. Il nostro Presidente a neanche una settimana da Boston colleziona anche due podi di categoria, trascinando col suo entusiasmo i tanti atleti Tribù in gara, che ci regalano numerosi successi personali e due premi di società.
Questi risultati sono certamente merito di ciascuno di noi, ma occorre riconoscere che senza una regia come quella di Massimo la Tribù oggi non sarebbe quello che è.
Grazie Massimo!
