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Gli addetti ai lavori, ossia coloro che hanno affrontato almeno una maratona nella vita, sicuramente lo conoscono. Comunemente chiamato “muro dei 30” altro non è che un esaurimento improvviso e apparentemente insuperabile di ogni energia fisica e mentale al raggiungimento del Km 30 nel corso di un unico percorso di gara o allenamento. In realtà non è neanche detto che arrivi esattamente al 30° Km; secondo alcuni maratoneti si presenta al 33°, secondo altri “entro” il 30°, presumibilmente intorno al Km 25-28. Secondo i top runner non è detto che arrivi: invero almeno una volta nella loro carriera podistica anche i grandi runners l’avranno provato. A riprova ancora una volta che le gare più lunghe, fermo restando la necessità di un previo adeguato allenamento, vanno affrontate con un programma tecnico e mentale preciso. Questa preparazione fisica e psichica permetterà di affrontare e gestire sapientemente il muro, che arriverà comunque; anche solo per un condizionamento psicologico ci sarà un momento in cui il maratoneta, specie se alle sue prime esperienze, penserà di non farcela, di non averne più, di non riuscire a sollevare il piede da terra. Ed è qui che si tira fuori tutta la propria forza interiore, ci si ricarica con qualche integratore, e si guarda in faccia quel maledetto muro spingendo così forte da farlo cadere e poi via oltre di esso, lungo gli ultimi km che la maratona pretende ancora dalle tue gambe. E questa azione può essere meno traumatica se ben preparati all’evento; questa è la finalità di alcune competizioni –a dire il vero poche- che si sviluppano su percorsi intorno ai 30 Km, con lo scopo di mettere alla prova gli atleti su distanze lunghissime, in un contesto agonistico di gara e non di semplice allenamento individuale.
La “Ascoli-San Benedetto” nasce proprio con questo scopo; i suoi 33 km si sviluppano su un percorso con tanti saliscendi e 5 km finali spezzagambe sul lungomare di San Benedetto. All’edizione di quest’anno la Tribù si presenta con 8 atleti, alcuni dei quali con un conto in sospeso con questa gara. Monica preferisce la versione light, si fa per dire, optando per la mezza maratona: scelta intelligente che le permetterà di migliorare il suo tempo sulla mezza e portare a casa un eccellente terzo posto di categoria, oltre che un efficace allenamento in ottica maratona futura. Luca T., Claudio, Simone, Nicola R., Giuliana, Lucia, Alessio e Maurizio affronteranno i 33 km praticamente in gruppo; arrivando al traguardo a pochi minuti o secondi di distanza l’uno dall’altro, con Lucia a fare da apripista e Giuliana a ritirare il premio come terza di categoria. Un bilancio assolutamente positivo: le gambe tengono, il fiato pure… i numeri per i 42,195 Km ci sono per tutti.
A circa 100 km di distanza da San Benedetto, Leonardo, Antonietta, Giuseppe Davino, Giulia e il grande Presidente si danno appuntamento a L’Aquila per la 7° corsa di Miguel e Michela; in questo caso 8,8 i km da percorrere su un tracciato difficile ma affascinante. Ottime prestazioni, da segnalare il 4’51’’ al Km di Leonardo.
Sempre in Abruzzo domenica 27 settembre si disputa a Sant’Eufemia a Majella la prima edizione di K42, Campionato Italiano di Trail sulla distanza di maratona. Si tratta dell’unica tappa nazionale della prestigiosa K42Series e sei nostri campioni non potevano mancare; per l’esattezza: Luca Carbonelli, Fabrizio, Elide e Peppe per la K42; Mirco e Lucio per la K21. Tanta attesa nei giorni antecedenti e adrenalina alle stelle fino alla partenza. Ma purtroppo Madre Natura non accetta programmi e previsioni; fin dalle prime ore un cielo plumbeo e un vento gelido iniziano a creare scompiglio fra gli organizzatori e i runners; il problema è che nei trail di montagna il cambio di altitudine è notevole, e a 2000m le condizioni metereologiche possono diventare proibitive nel giro di pochi minuti. E così è stato, al punto tale che durante la gara viene presa la difficile decisione di non far proseguire gli atleti nella scalata, ma di disporre un giro di boa anticipato e un proseguimento sul tracciato della K21. Su un percorso naturale, senza rilevazioni intermedie automatizzate, con pochi giudici, diventano quasi inevitabili errori e cambi individuali di percorso. Ne conseguono classifiche non del tutto aderenti alla realtà e non comparabili. I nostri ragazzi tengono alti i colori della Tribù: non abbandonano mai la gara, stringono i denti anche quando la ragione direbbe loro di mollare, muro dopo muro, chilometro dopo chilometro, lottando con le strane reazioni fisiche che un contesto di tal genere può provocare. E in un contesto ambientale così assurdo, Elide porta a casa comunque un grandioso 3° posto di categoria.
Siete stati fantastici, ci saranno tante altre gare e tanti altri podi per voi, ma una cosa è certa: queste vostre prime K42 e K21 non le dimenticherete facilmente.
Anna Lisa Del Bianco



 

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